Le famigerate critiche negative… Perché temerle? Per quanto noi si faccia, prima o poi arriveranno. Da sole, in blocco, più o meno pesanti, arriveranno. Statene certi. Come è vero che noi, in quanto persone, non possiamo pretendere di piacere a tutti, così sarà per il nostro libro. Alcuni lo ameranno. Altri mostreranno indifferenza. Altri ancora lo disprezzeranno. È successo anche ai più grandi autori della letteratura mondiale. Quale forma di presunzione vi spinge mai a ritenere d’essere totalmente immuni?

Critiche negative: la parte peggiore
Come si reagisce alle critiche negative? Intristendosi, disperandosi, incazzandosi. È ovvio. Almeno nei primi momenti è quasi naturale reagire così. Siamo forse automi? Stoici? Direi di no. Le critiche non fanno piacere a nessuno. Chi vi dice di non avervi fatto caso mente. È certo. Credo sia un bene cedere per un po’ a questa tristezza. È una forma di catarsi che aiuta a sgonfiare il tutto e a riprendersi prima. Certo non è bene indugiarvi, altrimenti si rischia di perdersi in un mare di vana disperazione. Che, di solito, aiuta ben poco. Poi cosa si fa? Prima di darvi il mio parere, se volete dare un’occhiata ai miei libri https://carlomascellaniautore.altervista.org/i-miei-libri/
Repetita (non) iuvant
Che si fa? Non starò certo qui a produrmi in inutili supercazzole alla Tognazzi. Ci sono miliardi di video e scritti in merito a come affrontar le critiche. Suggerire di cogliere suggerimenti? Sin troppo scontato. Non badare alle critiche modella haters? Capire che la critica riguarda il valore del nostri libro e non noi in quanto persone? Vedi sopra. Non ci vuol una laurea a capirlo. Inutile ripetersi, quindi. Mi preme maggiormente mettere in risalto la vera utilità delle critiche. Si tratta di qualcosa di più sottile. Ma di più importante. Mentre aspettate il gran finale, potete ingannare il tempo dando un’occhiata qui https://www.ibs.it/algolia-search?ts=as&query=Carlo%20mascellani%20&query_seo=Carlo%20mascellani%20&qs=true
Una rivelazione
C’è una e una sola cosa alla quale la critica serve. A migliorarci, certo. A farci le ossa, certo. diventar più tolleranti verso il prossimo (forse). Ma, soprattutto, a capir se intendiamo fare sul serio. Se basta una critica negativa a farci gettare la penna, allora la scrittura non fa per noi. Non abbiamo la stoffa, non abbiamo la perseveranza necessaria. Meglio lasciar perdere, allora. Dedichiamoci ad altro ed evitiamo inutili turbamenti. L’arte è sfida. È una continua prova di forza. Con se stessi più che con gli altri. Inutile voler fuggire un simile scontro. Non è degno del nostro voler ergere artisti. In tal senso le critiche servono. Servono eccome.